Contro i “ban” di Facebook

A fronte dei continui e prolungati “ban” opposti da Facebook con ogni pretesto al Presidente del Partito Libertario avv. Fabio Massimo Nicosia, lo stesso ha proposto ricorso d’urgenza innanzi al Tribunale civile di Milano nei confronti del social network, riservandosi di instaurare successivamente un giudizio di merito.

Facebook invoca a proprio sostegno il fatto di essere un soggetto privato, e quindi di potere applicare a proprio piacimento i propri cosiddetti standards di comunità; il fatto è che Facebook applica tali standards senza alcun rispetto del principio di parità di trattamento, e quindi usa due pesi e due misure a seconda dell’orientamento politico e culturale dell’utente, dato che, quando un utente è sulla stessa lunghezza d’onda del social network, da lui si accettano bestemmie, insulti e persino minacce di violenza e di morte, che, pur segnalate, non producono effetti di sorta, in quanto immancabilmente “conformi agli standards di community”.

Il fatto è che, a nostro giudizio, risulta proprio giuridicamente infondato il presupposto invocato da Facebook: il fatto di essere un soggetto privato non lo esenta dal rispetto del principio di buona fede e di parità di trattamento, trattandosi ormai della piattaforma più importante, sulla quale il dibattito politico si svolge, e nessuno avrebbe mai accettato da Berlusconi, tanto per fare un nome a caso, una risposta del tipo che, in quanto soggetto privato, egli sarebbe stato libero di fare quello che avesse voluto, dato che qualcuno gli avrebbe subito fatto presente che esiste un principio di par condicio da rispettare.

In particolare, il Presidente del Partito Libertario Nicosia sostiene che tale obbligo di parità di trattamento abbia numerosi fondamenti giuridici e costituzionali, non ultimo i principi che presiedono al diritto della concorrenza e agli abusi di posizione dominanti, nonché il Codice delle comunicazioni elettroniche, che impone ai social network i principi del contraddittorio, della motivazione ed esattamente della parità di trattamento nella loro attività, proprio in quanto di fondamentale rilevanza nel dibattito pubblico odierno, dato che Facebook raccoglie ormai più della metà degli abitanti della Terra sulla propria piattaforma mondiale, e in proporzione lo stesso vale per l’Italia.

Se per qualsiasi ragione il giudizio di urgenza non dovesse andare a buon fine, è nostra intenzione instaurare giudizio di merito, nel corso del quale tutti questi nodi dovranno per forza venire al pettine una volta per tutte.